Pubblicato in: Religione Cattolica

Meglio la messa in latino o in italiano?

di adriana 12 dicembre 2007

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Messa in latino o messa in italiano? Il dilemma affligge ormai molte diocesi della penisola. Domenica scorsa un gruppo di parroci ha scioperato perchè contrari all’applicazione del Motu di Benedetto XVI, da parte del vescovo di Novara Renato Corti, “bisogna fare in modo che si comprenda il senso autentico dei riti e dei testi liturgici; nelle domeniche e nelle feste è obbligatorio celebrare le messe in piena conformità al messale di Paolo VI, la forma ordinaria in italiano. Resta possibile celebrare una messa (una sola) nella forma straordinaria con il messale di Giovanni XXIII, in latino. Questa non deve sostituire quelle ordinarie”. I tre parroci che si sono ribellati, don Alberto Secci della chiesa di Santa Maria Maggiore, don Stefano Coggiola, parroco di Crevoladossola e don Marco Pizzocchi di Garbagna e Nibbiola, sempre facente parte della stessa diocesi che riunisce le province del Verbano Cusio Ossola e del Novarese, non hanno intenzione di cambiare le loro abitudini e vogliono continuare a celebrare tutti i giorni la messe nella lingua antica, come hanno sempre fatto. I fedeli si sono divisi davanti a questa scelta radicale di ribellione alle autorità. Molti hanno preso le loro difese, come a Santa Maria Maggiore dove sono state raccolte 600 firme per continuare ad ascoltare la messa in latino officiata da don Alberto. Ma c’è anche chi, come alcune mamme di Crevoladossola, ha contestato il proprio parroco perché il rito in latino allontanerebbe i ragazzi dalla Chiesa. Da parte loro i parroci ribelli sono stati perentori “Quella in latino è la messa nella quale è stato battezzato ed è diventato prete anche il nostro vescovo. Non siamo parroci juke-box che oggi dicono una messa in italiano e un’altra in latino”. Chi la spunterà?

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  1. Marcello Marini ha detto:

    meglio nessuna messa!